RIAPRIRE O NON RIAPRIRE?

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27 Apr RIAPRIRE O NON RIAPRIRE?

Il classico dubbio amletico.
Gran parte delle attività sospese negli ultimi mesi per l’emergenza sanitaria si stanno facendo questa domanda.

Tanti imprenditori scalpitano, nonostante tutto, per rialzare la serranda.

Ma, in fondo, conviene riaprire o, comunque, quali sono le riflessioni che è necessario fare in previsione della riapertura?

Lo scenario non è dei migliori, ma quali sono gli elementi che dobbiamo considerare? Vediamo di analizzarli.

Il target.
Noi non sappiamo ancora come reagiranno i nostri clienti alla riapertura. Torneranno presso il nostro punto vendita fisico senza timori? Hanno sperimentato il delivery (consegna a domicilio) e l’abitudine a questa modalità potrà penalizzarci? Come abbiamo comunicato con i clienti durante l’emergenza? Quali abitudini sociali hanno?

A queste domande dobbiamo cercare di dare una risposta, perché, a seconda dei feedback che abbiamo, dovremo comunque organizzarci in maniera diversa.

Tipo: se la nostra clientela ha ancora il timore di uscire da casa, prevedere comunque la possibilità di ordinare tramite sito web, APP, whatsapp, o una semplice telefonata o consegnare i nostri prodotti a domicilio potrebbe essere una carta vincente.

Oppure, se hai un’attività nella ristorazione, puoi cercare di allungare la serata, puntando sugli aperitivi, oppure promuovendo serate nei giorni feriali, invece di concentrarsi sui fine settimana.

La sicurezza.
Come stiamo organizzando, nei nostri locali, l’accoglienza dei clienti nel modo più sicuro possibile? Quali procedure di sanificazione abbiamo definito per rendere gli ambienti privi di possibilità di contagio. O, ancora, abbiamo in programma di mettere a disposizione dei nostri clienti dei Dispositivi di Protezione Individuale usa e getta?

Chiaro che questi ultimi aspetti devono essere comunicati ai nostri clienti attraverso i nostri canali social ed, eventualmente, offline.

I conti.
Questo è un punto fondamentale. Bisogna analizzare il nostro piano finanziario come se fossimo una startup.

Perché è realmente così, tutto ciò che era valido prima potrebbe non essere più valido dopo.

Diventa necessario rivedere il piano economico.

Tornando al caso di un’attività nel campo della ristorazione, a prescindere dalle misure di distanziamento che si metteranno in campo, che potrebbero limitare il numero dei clienti per ogni serata, ci sono due soluzioni: o si aumenta il numero di clienti, o il valore di ogni cliente, attraverso strategie efficaci che abbiamo già in mente, oppure l’attività sarà sostenibile solo se riusciremo a limitare i costi fissi.

Queste due alternative sono imprescindibili.
Non consiglio assolutamente di riaprire l’attività se non si saranno definiti con precisione questi aspetti.
Sottovalutarli equivarrebbe ad aggiungere la beffa al danno e aggravare la situazione finanziaria già critica.

E nei primi mesi fare verifiche continue dell’andamento del fatturato, anche quotidiane, a seconda del tipo di attività.

Ogni giorno è necessario chiedersi se quello che si sta facendo sia funzionale alla strategia che abbiamo messo in campo, oppure si proceda a tentoni.

La situazione è difficile, inutile nasconderlo, ma proprio per questo non la si deve assolutamente sottovalutare.

C’è una cosa che, per forza, abbiamo capito, in questo tempo:
Il cambiamento e la flessibilità, d’ora in poi, quegli elementi che ci permettono di farci reagire alle difficoltà, non sono più delle eccezioni, ma la regola.

Ne dobbiamo prender atto. Ma possiamo farcela.

 Massimo Fadda
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