17 Gen COME SI ORGANIZZA UNA CAMPAGNA ELETTORALE ?
Stamattina, per strada, ho visto un camion vela con l’immagine di un candidato per il Consiglio Regionale, per le imminenti elezioni nella nostra regione.
A parte il classico contenuto, con foto e simbolo di partito, una bella lettera rivolta agli elettori, con presentazione e programma, con tanto di firma finale.
Una decina di righe che ho dovuto avvicinarmi al camion (parcheggiato) per leggere.
Lo scopo di questa riflessione non è, chiaramente, entrare nel merito del contenuto della lettera, tantomeno sulla scelta di campo del candidato.
Mi chiedo, però, se la strategia scelta sia quella ideale.
E se sia stata suggerita da un consulente, faccia parte di una campagna più ampia che coinvolga più canali, oppure semplicemente il candidato in questione, che risulta anche il committente del manifesto, sia convinto che quella fosse la modalità più efficace di impostare la propria campagna elettorale.
Per curiosità professionale sono andato a verificare la presenza sul web e sui canali social di questa persona: come mi aspettavo è praticamente nulla.
Con questo sto dicendo che il camion vela non è un modo efficace di promuovere una campagna elettorale?
No, non dico questo. Però dico che per contenuti e forma, quel tipo di comunicazione, non può essere una priorità e non può essere fatta in quel modo.
Il candidato in questione dispone sicuramente di un budget considerevole. La campagna fatta con quelle modalità può venire a costare varie migliaia di euro, in funzione del tempo di attività.
Allora, quali sono gli elementi di debolezza, dal punto di vista comunicativo, di tale strumento?
- Il lungo messaggio scritto, riportato nella vela, è pressoché illeggibile. In qualsiasi modo la si veda, la ragione di utilizzare un camion vela è dato dal fatto che questo è un mezzo dinamico o che, comunque, viene visto da mezzi in movimento. Quindi funziona solo per immagini immediate, che non hanno la necessità di essere elaborate. In questo senso va bene il volto, va bene il simbolo di partito, magari per il resto ci si poteva limitare ad un breve slogan che potesse caratterizzare il candidato e/o il suo impegno
- Non c’è alcun tipo di interazione con il potenziale target interessato alla proposta, ci si limita ad una semplice informazione. In questo modo chi già lo conosce e lo apprezza lo voterebbe, ma chi non lo conosce non entra in possesso di alcun tipo di contenuto che possa farlo decidere di dare il suo voto al candidato
- Il rapporto costi-benefici di tale modalità. Se questi fossero inseriti in una campagna a 360° con un budget consistente, potrebbero anche essere giustificati. Ma se ci si limitasse a questo strumento, con quella spesa ci sono indubbiamente tecniche molto più efficaci
In linea generale, gli strumenti tradizionali cartacei consentono unicamente una comunicazione unidirezionale, un’informazione.
Ma in un’epoca in cui non esistono più le ideologie, in tutte le competizioni prevale l’astensionismo e la scelta di campo è determinata da altri fattori, è fondamentale interagire con i potenziali elettori. Non tutti regalano il voto per appartenenze ad un partito, i più decidono di dare il loro voto a qualcuno se questo li porta, in qualche modo, a fidarsi di lui o, comunque, a dimostrare di avere unità d’intenti e medesime visioni di gestione della cosa pubblica.
Una campagna di marketing elettorale dovrebbe avere i seguenti elementi:
- anzitutto si parla di marketing, appunto, quindi è necessaria una vera e propria strategia preliminare
- individuare il target dei potenziali elettori e tutti i canali di comunicazione disponibili per raggiungerli
- definire i contenuti e le modalità per diffonderli correttamente in un Piano di Comunicazione
- cercare di adottare uno stile originale, anche per quanto riguarda la grafica e le immagini
- avere uno slogan può aiutare a rappresentare il candidato in maniera più diretta ed immediata
Il tempo è un altro elemento chiave. La campagna elettorale dovrebbe essere avviata con il maggiore anticipo possibile, in relazione chiaramente al tipo di competizione. Teoricamente la campagna elettorale dovrebbe iniziare quando si conclude quella precedente, dopo il risultato delle elezioni, in maniera tale da cominciare da subito una strategia che possa attirare più consensi possibile.
Come nel marketing aziendale si parla di vero e proprio posizionamento, nel senso che è importante acquisire uno stile originale, comunicare in modo originale contenuti originali. Insomma, differenziarsi dai concorrenti.
L’obiettivo primario di una campagna elettorale è scontato: portare un candidato all’elezione.
Come? In sintesi, bisogna fare in modo che il programma del candidato venga percepito come quello più rispondente alle necessità degli elettori. Ma, anche, ispirare concretezza: tutti sono bravi a promettere, ma solo chi riuscirà a dimostrare come mettere in pratica il suo programma, riuscirà anche a conquistare più elettori degli altri.
Bisogna mettere in evidenza le caratteristiche autentiche del candidato. Nessuna costruzione artificiosa di un personaggio è consigliata perché il politico è una persona con tutti i suoi pregi e i suoi difetti che, prima o poi, emergono rendendo vano tutto il lavoro fatto fino a quel momento. Gli elettori apprezzano le note di umanità dei politici.
Chiaramente bisogna puntare a mettere in evidenza quelle positive e limitare quelle negative.
Utilizzare il maggior numero possibile di canali e strumenti di comunicazione è ugualmente importante, ma bisogna avere uno staff capace di gestirli contemporaneamente. Non c’è nulla di peggio che utilizzare uno strumento che poi non si ha la capacità di aggiornare, di seguire, di utilizzare per interagire con gli elettori.
Studiare gli avversari per capire i punti deboli della loro comunicazione e puntare su quelli per dare, invece, risposte più esaustive; è importante saper adattare le strategie rispetto a quelle dei competitors.
Avere una strategia chiara è fondamentale, in quanto, se non lo fosse, la campagna elettorale non può che esserne condizionata negativamente. Così come al mancanza di contenuti sarebbe notevolmente amplificata da tutti i canali comunicativi posti in campo.
Parliamo ora dei vari strumenti comunicativi. Vediamo quali sono per poi capire quali siano più efficaci.
Tecniche offline
- Cartacei: Manifesti, “Santini”, Volantini, inserzioni su quotidiani locali. Sono, per così dire, gli strumenti tradizionali. Come detto per i camion vela, che fanno parte di questa tipologia, il limite è dato dal fatto che rappresentano solamente l’informazione. Non c’è alcun tipo di interazione e neppure di comunicazione personale. Altro dato negativo è dato dal fatto che, in campagna elettorale, il territorio è sommerso da tale tipo di mezzo, per cui emergere e differenziarsi (elemento fondamentale nel marketing) è assolutamente impossibile. Questo metodo, quindi, è efficace utilizzarlo solo a complemento di altre tecniche, ma, di questi tempi, non assolutamente come unico mezzo
- Spot radio-video: Sicuramente di maggiore impatto mediatico, rispetto al metodo precedente. Se il budget lo consente, saturare il più possibile i network locali con vari spot (non solo uno) nei quali si presenta il programma, può essere un metodo efficace. Ci sono due elementi di criticità che vanno rappresentati: il primo è costituito dal fatto che può essere molto oneroso, se non si ha a disposizione un budget consistente; il secondo è dato dall’analisi del target: cioè, che percentuale del nostro target intercettiamo su Radio e TV locali?
- Comizi e confronti: questo metodo comunicativo è sicuramente il più efficace, rispetto a tutte le tecniche offline tradizionali. Incontrare le persone, i potenziali elettori, interagire con questi permette sicuramente di comunicare in maniera virtuosa. Sentire il polso dei loro interventi permette di capire in quale direzione andare, o adattare le strategie e i contenuti utilizzati fino a quel momento
Tecniche online
Quando si parla di tecniche online non si può che fare riferimento al digital marketing. Il web, in generale, costituisce il contesto comunicativo più efficace, in questo momento storico.
La quasi totalità del target di ogni candidato utilizza strumenti informatici connessi alla rete e frequenta gli ambienti virtuali dei social network.
Quindi, riuscire a differenziarsi in questo campo permette sicuramente risultati migliori, dal punto di vista della risposta dei potenziali elettori.
In Italia, questo tipo di marketing elettorale sta muovendo i primi passi, ma, per esempio, negli Stati Uniti, già dal 2008 Obama, che era un outsider, riuscì a sconfiggere prima la Clinton alle primarie e poi il candidato repubblicano alle presidenziali.
Situazione che si ripetè nel 2012, quando presidiò in maniera totale il web e i social network.
E che dire dell’ultima campagna elettorale?
Quando mai Trump sarebbe diventato presidente se non avesse investito gran parte del suo budget sui social media? Senza dimenticare che personalmente scriveva i post su Twitter, arrivando ad avere il doppio dei followers rispetto alla sua competitor.
Diventa, oggi, quindi fondamentale essere presente sul web con un sito dedicato che, possibilmente, abbia anche una sezione blog per poter interagire con i propri elettori, condividendone i contenuti su tutti social media; è importante promuovere il più possibile una comunicazione bidirezionale, evitando dinamiche autoreferenziali.
Così come nel digital marketing i prìncipi, in termini di visualizzazioni, sono i video, anche nel marketing elettorale, utilizzare questa tecnica permette di essere molto più efficaci con la comunicazione, considerando che rispetto ai costi degli spot sui media tradizionali, con questi ci si può permettere un piano editoriale di straordinaria efficacia a costi molto limitati.
Fare storytelling elettorale permette di far conoscere un candidato in tutte le sue dimensioni, soprattutto quelle umane, permette di creare contenuti fortemente emozionali, limitati nella durata e immediatamente condivisibili e quindi viralizzabili a costo zero.
Tutto positivo, quindi? No, attenzione! Perché il web non perdona. Incertezze sul programma, atteggiamenti falsi o artificiosi, limitate doti comunicative; tutti elementi che emergono in maniera esponenziale, rispetto ai metodi tradizionali. Monitorare la web reputation, perciò, è fondamentale.
Un feedback positivo può portare alle stelle l’indice di gradimento; un passo falso, invece, può far terminare una carriera politica in maniera ingloriosa.
Se sei un candidato e vuoi verificare con me la tua campagna elettorale o volessi approfondire questo argomento, puoi scrivere un’email a
info@sardiniaemotionservice.it oppure manda un messaggio nella chat della pagina QUI
e ti contatterò al più presto.
Massimo Fadda
Credit Photo: Agenzia DIRE «www.dire.it»
Mariassunta Miglino
Posted at 21:25h, 15 ottobreMi interessa molto . Io abito a Saronno, sono Assessore alla cultura e in primavera andremo ad elezioni. Vorrei sapere di più!
Massimo
Posted at 17:16h, 25 ottobreGentile Maria Assunta, la contatto in privato. Grazie!