COME POSSO (NON) PROMUOVERE LA MIA AZIENDA?

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17 Ago COME POSSO (NON) PROMUOVERE LA MIA AZIENDA?

Se hai letto i miei articoli più recenti credo che tu abbia capito che il digital marketing sia la punta dell’iceberg di una corretta strategia di promozione aziendale.

Lasciamo perdere, per stavolta, tutto ciò che si trova sotto la punta, circa il 90% dell’iceberg stesso, e focalizziamoci sulla parte promozionale.

In sostanza si tratta di strumenti e tecniche per raggiungere obiettivi commerciali, ma non solo; per esempio si può utilizzare per elevare la notorietà di un brand, o per posizionarlo correttamente sul mercato.

E, come la punta dell’iceberg, è la parte visibile di tutta la strategia, l’interfaccia tra il brand e i suoi potenziali clienti.

Quindi, pur essendo un tassello da integrare con tutto il resto, se inteso e impostato correttamente, il digital marketing rappresenta uno strumento potentissimo per promuovere i servizi e i prodotti di un’azienda.

Come detto in un precedente articolo, è importante saper scegliere le modalità più corrette, tra gli strumenti offline e quelli online.

Ho fatto questa premessa perché a volte, anche nella mia città, mi capita di vedere aziende che si promuovono in maniera palesemente impropria e che dimostrano di non conoscere neppure i rudimenti, per non parlare dei vantaggi del web e social media marketing.

Alcuni esempi sono rappresentati dalla sempre numerosa mole di volantini pubblicitari presenti nella cassetta postale. La cassetta apposita di casa mia, collocata proprio per evitare di avere quella privata sempre satura, è continuamente stracolma di carta pubblicitaria.

E non parlo di GDO, ma anche attività locali che pensano di ottenere un qualsiasi beneficio dalla stampa e distribuzione, più o meno, capillare di materiale stampato.

Oppure, soprattutto in questo periodo, imperversano i volantini da parabrezza, nei parcheggi delle spiagge o dei centri commerciali per promuovere attività o eventi.

Non so tu, ma io neppure guardo il contenuto di tali foglietti. Se tutto va bene tolgo, accartoccio e butto. Se non mi accorgo, al primo azionamento del tergicristallo, il messaggio pubblicitario vola via letteralmente, insieme ai soldi di chi -imprudentemente- li produce.

Ancora, proprio ieri ho notato per caso, in un parcheggio a lato strada, un camion-vela fisso con il grande manifesto di un’attività locale che promuoveva elementi di arredo a prezzi scontati. Il tempo di passare a velocità normale, non mi è rimasta impressa alcuna delle informazioni principali dell’offerta.

Stesso discorso per gli spazi pubblicitari fissi ai lati di strade extraurbane.

Mi dirai tu: “Ma allora quelle modalità non devono mai essere usate?”
No, ti rispondo io, si possono usare, ma in determinate situazioni nelle quali si valuta che la risposta sia più efficace, commisurata ai costi sostenuti, rispetto ad altre tecniche.

Una componente importante della mia attività è costituita dall’Event Management, per cui conosco alla perfezione i costi di ogni azione pubblicitaria tradizionale, quali sono quelle che ho descritto, in quanto spesso vengono utilizzate per promuovere gli eventi.

E so che il rapporto costi-benefici delle campagne pubblicitarie online è molto spesso, tranne alcune singole situazioni, in netto vantaggio rispetto a quelle tradizionali.

Però questo dato viene ignorato da tantissime aziende sul mercato.

Che magari sono le stesse aziende che hanno anche un sito web, inutile vetrina, e una pagina Facebook, per pubblicare tutto fuorché ciò per cui dovrebbe essere utilizzata una pagina aziendale, senza alcun tipo di strategia editoriale.

E questo perché, spesso, si apre un’azienda e i canali web sono giusto considerati come un elemento di arredo, ritenuto necessario, ma non utilizzato o sfruttato a dovere.

Magari ci si è rivolti ad una web agency che ci ha fatto un’offerta imperdibile per fare il sito, convincendoci che al giorno d’oggi nessuna azienda può stare senza. E poi? Il deserto.

Post inutili sulla pagina Facebook una volta al mese, se tutto va bene, e il sito che come lo apri appaiono le ragnatele per quanto non è aggiornato.

Ti propongo alcuni spunti per permetterti di valutare questi elementi:

Le tecniche pubblicitarie tradizionali – manifesti, volantini, spot tv-radio, etc – non permettono di targettizzare, cioè di rivolgersi ad un pubblico, potenziale cliente, selezionato, ma sono lanciate nel mucchio, nella speranza che siano notate anche dalle persone interessate, a cui noi stiamo puntando.
– Di conseguenza è come gettare una rete in acqua senza poter vedere le profondità, sperando di riuscire a trovare e catturare un branco di pesci interessanti.
– Come capirai, queste tecniche possono avere un’efficacia se il prodotto o il servizio che vendiamo ha un target molto ampio, cioè che la maggior parte di persone che vedono il messaggio pubblicitario possano essere interessate allo stesso.

Facciamo un esempio: se io vendessi automobili e progettassi una campagna offline come quella descritta, sicuramente il mio target sarebbe molto ampio e la maggior parte delle persone che vedessero il mio spot sarebbero potenzialmente interessate all’annuncio.

Se, invece, vendessi scarpe da donna di un brand famoso (e costoso), uno spot generalista potrebbe non essere la strada migliore, perché già dimezzeremmo il target almeno al 50% – considerato che stiamo escludendo almeno il sesso maschile. Quindi, almeno il 50% del budget disponibile risulterebbe sprecato.

Mettendo a confronto le tecniche offline e online, possiamo affermare che i costi di una campagna pubblicitaria tradizionale sono però, in ogni caso, molto più elevati, rispetto al marketing online.

Anche qui facciamo qualche esempio.

Partiamo dal più economico. Se vuoi fare una campagna pubblicitaria con dei volantini, in maniera professionale intendo, devi prima farti fare la grafica. Ed è già un centinaio di euro.

Poi devi stampare. Ipotizziamo che tu voglia coprire un quartiere o una cittadina con 25.000 abitanti, bisognerebbe stampare circa 10.000 volantini, che costano, magari stampati online per risparmiare, almeno un altro centinaio di euro.

Ci sono, poi, i costi di distribuzione e aggiungiamo altri 2-300 euro circa.

In definitiva, stiamo parlando di una spesa di circa 500 € per un volantino che, se tutto va bene sarà visualizzato una sola volta da un pubblico di target vario, quindi parzialmente interessato al tuo prodotto. Mettiamo anche che il volantino venga letto da 5000 persone.

Se, invece, parliamo di spot radio-Tv per una settimana, o inserzione di almeno mezza pagina su quotidiano locale, o di camion-vela, o altro, o combinando insieme le varie tecniche, i costi, inevitabilmente salgono.

Passiamo all’online. Se io volessi fare la stessa campagna su volantino per mezzo di Adv su Facebook, per fare lo stesso numero di visualizzazioni mi basterebbe qualche decina di euro. Considerando che:

– Posso definire la localizzazione dell’area in cui viene visualizzato il mio annuncio con estrema precisione;
– Posso profilare alla perfezione il destinatario del mio post, quindi definire sesso, età, interessi, occupazione, hobby, ecc. Non è un mistero che le nostre abitudini, i nostri interessi, le nostre preferenze, siano tutte registrate e catalogate dal web in generale e da Facebook in particolare;
– Posso monitorare in tempo reale attraverso gli analytics o tramite il pixel di Facebook ( se il post rimanda ad un sito o una landing page) , la tipologia di utente che sta rispondendo al mio annuncio, segmentato per età, sesso, e luogo di provenienza, variando eventualmente nel corso dell campagna, i parametri di ricerca. Insomma posso puntare con estrema precisione al mio target;
– Posso utilizzare per successive campagne quel pubblico che ha interagito con il mio post, o con un pubblico simile che ha interagito con post simili al mio, permettendomi di rivolgermi sempre più ad un pubblico realmente interessato al mio prodotto.

Chiaro che campagne di Adv più esigenti ed articolate hanno la necessità di un budget più consistente, di consulenti più capaci, ma con risultati veramente eccellenti dal punto di vista dell’acquisizione di clienti e/o di vendite.

Entrando in un campo un po’ più tecnico, un altro elemento da considerare è la capacità, o, per meglio dire possibilità, del web marketing di dare risposta alla domanda consapevole, ma anche di trasformare la domanda latente in domanda consapevole.

Cosa significano questi termini? Te lo spiego in due parole con degli esempi pratici:

– Io ho una concessionaria di automobili di una certa marca sul mio territorio. Se una persona sta cercando un’auto di quel genere in quella data zona, fa una ricerca su google e atterra sul mio sito web, o sulla mia pagina su Facebook. Trova le informazioni, i prezzi, i modelli, chiama, viene, fa una prova su strada, è soddisfatto e acquista. In questo modo, attraverso i miei canali web, io sto rispondendo ad una domanda consapevole, quindi palese, volontaria;
– Poniamo, ora, che io sia una persona che ha in mente da qualche tempo di acquistare un’automobile. Ho visitato nelle ultime settimane qualche sito specializzato di motori, sono entrato nella pagina di qualche concessionaria, ho letto articoli di blog o post sul tema. Facebook ha tracciato le mie ricerche, il suo algoritmo ha registrato questi eventi, per lui sono un potenziale acquirente di automobile;
– Sempre io, un bel giorno, sto scorrendo la mia home si Facebook e ad un certo punto mi appare la sponsorizzata della concessionaria della mia marca preferita che mi presenta un’offerta di acquisto per il modello che sto sognando da qualche tempo. Ecco, in questo caso Facebook – e l’azienda che sta facendo correttamente la campagna promozionale – ha soddisfatto la mia domanda latente, cioè una disposizione favorevole, non palese, a rispondere positivamente ad un annuncio commerciale non voluto. A questo punto, rispondo all’annuncio. Ecco che la mia domanda latente è stata trasformata in domanda consapevole.

Sono sicuro che questa dinamica l’avrai provata diverse volte, magari riferita ad un viaggio, ad un elettrodomestico, a qualsiasi prodotto o servizio: se tu, in un certo periodo, sei interessato a qualcosa, stai pur certo che il web, ogni cosa che farai, in ogni tuo canale, cercherà di proporti un acquisto relativo a questa categoria di articoli.

Se conosci già queste tecniche tutto ciò che ho detto non ti sorprenderà, ma sono sicuro che tante aziende non conoscono a sufficienza questi temi, non fosse altro perché, in caso contrario, non si vedrebbero in giro quelle campagne inutili che ci vengono propinate quotidianamente.

Spero tutto sia chiaro. Sai che, in ogni caso, per qualsiasi informazione, chiarimento o consulenza sono a disposizione.

Se volessi approfondire questo argomento, in maniera specifica per la tua azienda, puoi scrivere un’email a

info@sardiniaemotionservice.it

oppure mandami un messaggio tramite il form nei contatti o la pagina Facebook QUI

e ti contatterò al più presto.

Massimo Fadda

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